Artista siciliano di grande sensibilità e straordinario senso musicale, Nicola Randone torna con questo lavoro a essere parte di una band, anche se solo in trio, con ospiti d’eccezione a cominciare dal suo nuovo produttore Beppe Crovella, tastierista degli Arti & Mestieri.

Randone qui si allontana leggermente, ma non troppo, dalla classificazione che lo faceva rientrare nel “cantautorato progressivo” del precedente disco, producendo un concept album che rappresenta il viaggio di alcuni amici nei Paesi Bassi e che pone l’accento su alcuni incontri fisici, onirici e psichico-spirituali con donne e droga, elementi classici di un viaggio in Olanda. Pur mantenendo la profondità e la complessità dei testi di “Morte di un Amore”, le musiche delineano un contesto più progressivo. Questo grazie ai preziosi tocchi tastieristici di Beppe Crovella miscelati ad un ottimo blend di rock duro, con le invenzioni di chitarra di Crispi, e di melodia tutta italiana creata dalla voce di Randone, accostabile come per la sua opera prima ad alcuni cantautori degli anni ’80, ma ricca di originalità e personalità.

Troviamo forti tracce di progressive italiano molto seventies già nell’opener “Preludio”, ma anche “Al bar di Regina Mary” e sparse un po’ in tutto il cd. Ventate di sano, nerboruto e buon hard rock risalta da brani come “Amsterdam” e “La danza dell’uomo di pietra”, mentre attimi di alta poesia e melodia vengono cantati in “Piano il sonno giunge”, “Un vecchio che voleva morire” e “Confuso e smarrito cerco una strada”. Questi sono solo esempi: tutta l’opera, perché di questo si tratta, è cosparsa di ottimi esempi di come si dovrebbero comporre canzoni senza seguire solo il mercato e il business, ma soprattutto con un pensiero alla buona musica.

Daniele Cutali