Western… alla siciliana

Dopo circa un anno, ecco ancora i siciliani Randone tornare con il loro terzo album in studio. Se contiamo anche il primo lavoro solista di Nicola Randone, talentuoso leader della band, siamo al terzo lavoro per questo simpatico e sensibile ragazzo.
Come ci tiene a sottolineare lo stesso Nicola, adesso i Randone sono a tutti gli effetti una band nata dall’esigenza di fondare una solida line-up e un’identità progressiva comune.

La formazione è adesso definitivamente un quintetto composto in primis da Nicola Randone e Riccardo Cascone; il primo alla voce, chitarre acustiche e tastiere, il secondo alla batteria e percussioni. Ad affiancare questo duo da sempre unito e che è sopravvissuto negli anni a varie incarnazioni artistiche (tra le quali le band Grey Owl e Lorien), vi sono Marco Crispi a dare un tocco di durezza rockeggiante con la sua chitarra elettrica, già presente nel secondo album dei Randone e proveniente anch’egli dai Lorien; il nuovo acquisto Livio Rabito al basso; e la splendida vocalist Maria Modica, anch’ella già presente in Nuvole di Ieri. Le doti vocali di quest’ultima non sono indifferenti: è dotata di una bella timbrica e una potenza non da poco, a fare da contraltare alla voce ariosa e particolare di Nicola. Infatti Maria proviene da anni di gavetta di piano bar e villaggi turistici quindi possiede una discreta esperienza canora. A far ingranare una marcia in più ai lavori dei Randone c’è il valore aggiunto della sua bellezza, cosa che non guasta mai (vedere il suo sito per credere www.mariamodica.com).

Apre il disco la lunghissima suite "Jill", di quasi 22 minuti. Questo brano fa parte del nuovo progetto sponsorizzato dalla rivista finlandese Colossus e distribuito dalla francese Musea Records: il doppio cd "Spaghetti Epic". Opera dedicata alla cinematografia italiana degli anni ’70 che si rifaceva ai grandi kolossal western d’oltreoceano, ma che si guadagnò ben presto un suo spazio personale ben caratterizzato e denominato spaghetti western, "Spaghetti Epic" si ispira al caposaldo del western all’italiana, "C’era Una Volta Il West" di Sergio Leone.
I Randone sono stati chiamati ancora una volta, insieme ad altre cinque band, a partecipare a questo progetto di ampio respiro, dopo la positiva esperienza del Kalevala nel quale partecipò solo Nicola appoggiato dai torinesi Tempore.

"Jill" fotografa i drammatici momenti vissuti dalla donna proveniente dalla grande città dell’est e che segue ad Ovest l’avventuriero McBain del quale è perdutamente innamorata. E’ una suite poetica e dal sound molto seventies nella quale prevale lo stile romantico di Randone senza disdegnare però alcuni ingressi hard-rock di chitarra elettrica. Si sente molto la pesante mano della produzione e delle tastiere vintage suonate dalla guest-star del disco: Beppe Crovella degli Arti & Mestieri, produttore dei Randone con la sua Electromantic Music. Il grande lavoro di registrazione e mixaggio che è stato fatto negli studi Synergy di San Sebastiano Po in provincia di Torino, al quale chi scrive ha partecipato saltuariamente, appaga la voglia di prog italiano classico dell’appassionato. Ricca di tematiche diverse e armonie azzeccate, con cambi repentini di tono nei quali la fanno da padrone solismi di chitarra e mini-moog, il brano prosegue sobrio sino alla fine. L’alternarsi delle parti vocali tra Randone e Maria Modica sono pregevoli e gradevolmente in stile melodico tutto italiano. Il finale è un concitato colaggio di mellotron su assoli di mini-moog, che può infiammare i cuori degli animi più legati al progressivo più classico.
In definitiva, l’inclusione di "Jill" in questo lavoro è sorpresa gradita anche se completamente in divergenza con le altre tematiche del disco, basate ancora su esperienze personali e ispirazioni poetiche notturne di Randone.

"Ballata Per Un Cantastorie" è un brano costruito sulla melodia vocale di Nicola, sotto la quale ancora una volta suonano corposi i fluidi sonori di mellotron, mini-moog e Hammond con voli pindarici eseguiti dalle sapienti mani di Crovella. Le liriche sono incentrate sui problemi di un cantastorie che incanta con la sua musica e le sue parole grandi e piccini ma ha il timore che la sua esistenza sia priva di significato al di là di questo. Un grosso dubbio si affaccia quindi alla sua mente: e se avesse dovuto affrontare i problemi e i sacrifici che una persona comune affronta tutti i giorni, avrebbe avuto anche solo il tempo di pensare a questi dubbi esistenziali? Ma a noi sorge un ulteriore dubbio: non è che questa storia è un po’ lo specchio della vita attuale di Nicola Randone? A lui l’ardua sentenza, ma non crediamo che la risposta sia molto distante conoscendo ormai l’indole del cantante ragusano.

"Il Grande Tesoro" è una ballata cantautorale, nel classico stile randoniano, che comincia con accordi di mellotron e suoni fuggenti di mini-moog. La struttura è basata su chitarre acustiche arpeggiate accompagnate da orchestralità piene e fluenti. Dedicata ad un grande amico e alle sue difficoltà nell’affrontare le asprezze della vita, è un brano ispirato da una lunga chiaccherata notturna di Randone con esso. Il testo pare reiterare il vecchio adagio “chi trova un amico trova un tesoro” rafforzando il tema dell’amicizia e il credo di Nicola in questo forte valore.

"Giulia" comincia ancora una volta con un forte tema di mellotron e mini-moog per poi scendere nell’animo più profondamente romantico e acustico di Randone e aprire su un forte assolo di chitarra elettrica. Si comprende che Giulia è colei che ha fatto nascere l’ispirazione per il primo disco solista di Nicola, "Morte di un’Amore". La fine di un grande amore che porta alla dissoluzione di tutti i grandi progetti di vita che lui aveva fatto per loro due. Ma un finale quasi dissacrante nella sua giocosità, nel suo rock duro, nelle sue fughe di mini-moog e nella voce filtrata ci fa anche capire che per Nicola questa è finalmente un’esperienza passata, definitivamente chiusa e viva solo nel suo “ricordo”. La linea portante di chitarra elettrica sulla base romanticheggiante di mellotron sembra quasi la reazione naturale di Randone, la quale permette quasi la mistificazione e l’immolazione di questa profonda storia d’amore.

A volte la solitudine è dolce compagna di alcuni momenti gradevoli della vita, e a volte è amara rivelazione del nostro essere esistenziale. Però l’essere umano è dotato di quel libero arbitrio che gli permette di vanificare i momenti di amarezza, rompere il guscio e aprirsi completamente a chi gli sta attorno. Questi i temi di "Sorella Solitudine", brano che si sviluppa quasi a ritmo di marcetta accompagato dalle onnipresenti e già citate tastiere di Crovella, sino al gioioso finale che rappresenta il positivo cambiamento dello stato d’animo nei confronti della solitudine crepuscolare, lasciata definitivamente alle spalle.

Ancora una volta legato alla delusione d’amore citata precedentemente, Randone finalmente accetta seppur con malinconia la conclusione di quella storia. E’ questo il filo che lega il brano "Ricordo", title-track, a "Giulia". Se prima Randone ci racconta il suo biasimo per una mancata e dolce possibilità di vita futura da vivere con l’amatissima donna, adesso ci ricorda di come la vita sia comunque costruita sui ricordi. E questa storia ormai ne fa parte integrante con tutti i suoi annessi. Finito il periodo del cuore spezzato e del piangersi addosso, questo è diventato ormai un ricordo dolce-amaro nei cassetti della vita, che servirà da forte esperienza per il tempo a venire. Un poetico e romantico Randone ci canta questo suo ricordo al pianoforte, sostenuto dai cori di mellotron e dal suono di una malinconica pioggia scrosciante che sfocia sul finale trionfale, trampolino di lancio verso una nuova speranza.

In conclusione, possiamo dire che "…Ricordo" è un
disco molto intimista e nel più classico stile del solo Nicola Randone, e non dei Randone come band.
Pesanti venature rock sono contrapposte allo stile cantautorale di Randone, particolarità che pur con tutti gli sforzi possibili non riuscirà mai ad abbandonare: è innato in lui. Non bastano una band al completo e le tastiere di Crovella a far virare i Randone verso il puro progressive rock. Quest’ultimo è una commistione di situazioni e contaminazioni che provengono dal contributo individuale e artistico di tutti i componenti, come ci ha ribadito più volte lo stesso Crovella. In questo caso il gruppo si limita a eseguire le idee di Nicola e non fa risaltare alcun background musicale personale.
Gli spunti e le idee ci sono ma vanno sviluppate da tutti quanti insieme, dopo ore e ore di prove in sala e soprattutto con la voglia di “osare”.

Ciò non sminuisce affatto il valore del disco, che resta finora il punto più alto del percorso musicale dei Randone. E la suite "Jill" contribuisce in modo significativo a innalzare questo punto.

Daniele Cutali