Il confine fiabesco dei Randone…
Nicola Randone e la sua band omonima tornano con un eccezionale nuovo album per l’Electromantic Music di Beppe Crovella (Arti & Mestieri). Questa volta i Randone fanno le cose in grande. Ne viene infatti pubblicata anche una prestigiosa edizione da collezione comprensiva di un libro scritto da Randone stesso. Stesso titolo, fantasia senza limiti, grande musica a far da colonna sonora alla fiaba contenuta nel libro. E’ “Linea di Confine”. Con una band ridotta a trio e numerose ospitate, Randone va avanti per la sua strada imperterrito. Oltre a Nicola alla voce, chitarra acustica, piano, hammond, moog e synth vari, ci sono i fedeli Riccardo Cascone alla batteria e Marco Crispi alla chitarra elettrica e acustica. Ospitate di lusso se contiamo tra esse il produttore Crovella stesso, Giuseppe Scaravilli dei Malibran e Livio Rabito, ex dei Randone.
Poche novità dal punto di vista musicale. I Randone proseguono nel loro inconfondibile stile tra cantautorato delicato, romantico e malinconico e progressive italiano a cavallo tra Orme, primo grande amore del cantautore ragusano, e graffiante hard-rock. Forte apertura prog con l’incipit di “S.I.B. (Prologo)”, gran belle canzoni come “La Cella degli Amori Estinti”, la titletrack “Linea di Confine”, “Dovresti Non Scordare”, “Preghiera di un Re”, l’ottimo rock-prog di “Ritorno”, struggenti ballad come “22 Aprile” e “La Caduta della Mia Stella”, fanno di questo nuovo album dei Randone un lavoro più maturo, più intimista, sempre più spostato verso le struggenti delusioni amorose provate negli anni dal leader della band e riversate con fantasia e grande abilità melodica in musica. D’altra parte l’artista in ogni campo produce le proprie opere migliori quando è in preda alla sofferenza interiore, sia essa esistenziale o sentimentale.
Chiude l’album “Epilogo”, un brano diviso in due parti in cui Randone declama tutta la sua arte, prima in uno stile simil-country, quasi allegro, e poi ancora in stile ballad, struggente, con ariose aperture di moog e uno straziante assolo di chitarra elettrica. Questo è un album che andrebbe ascoltato di pari passo con il libro scritto da Randone, perchè le canzoni del disco fanno da ideale colonna sonora a quanto raccontato in esso e le liriche ne riprendono i contenuti. Bravi i Randone. Come sempre.
Daniele Cutali